lunedì 5 ottobre 2015

Procedure interventistiche nel cane e nel gatto - settima parte

La valvuloplastica della polmonare viene eseguita con un catetere, munito ad
una estremità di un pallone, che viene introdotto nella vena giugulare o nella
vena femorale e, sotto controllo radioscopico, portato a livello della valvola
stenotica.
Quindi il pallone viene gonfiato con mezzo di contrasto e soluzione fisiologica
per una-tre volte per circa cinque-dieci secondi fino alla scomparsa della
strozzatura della valvola visibile alla radioscopia.

Il diametro del pallone deve essere 1,2-1,6 il diametro dell'annulus (anello)
valvolare.
La misura dell'annulus è calcolata con l'impiego dell'ecocardiografia (transtoracica
o transesofagea) e dell'angiografia.
In caso di annulus troppo grosso o con dimensioni della vena giugulare e femorale
troppo ridotte, viene usata la tecnica del double balloon dove due palloni sono
introdotti separatamente ma gonfiati simultaneamente a livello della stenosi.

Le complicazioni della valvuloplastica sono poco frequenti e raramente
diventano pericolose.

Tra queste :

- perforazione del cuore e dei vasi da parte del catetere o delle guide.
  Un'emorragia che interessa il tratto di efflusso (uscita) destro è in genere
  non importante mentre una che riguarda l'atrio destro o l'arteria polmonare
  può essere grave e richiedere la toracotomia d'urgenza.

- ostruzione dinamica del tratto d'efflusso al momento della riduzione della
  della stenosi che alcune volte può essere grave e richiedere l'immediata
  somministrazione endovenosa di esmololo (infundibulo suicida).
  Con una valvuloplastica adeguata l'ostruzione dinamica tende a ridursi nel
  tempo.

- aritmie per stimolazione diretta del ventricolo destro da parte del catetere che
  però raramente sono pericolose.

- ristenosi che può comparire a distanza di settimane o mesi dalla valvuloplastica
  in circa il 10-15% degli animali trattati.

- insufficienza della valvola polmonare che però non sembra essere una
  complicanza importante

La mortalità di questa tecnica interventistica è  in genere inferiore al 3% dei
casi trattati.

Generalmente viene considerata una valvuloplastica efficace quella che determina
una diminuzione del gradiente transvalvolare di almeno il 50% (anche se sono stati
proposti altri metodi di valutazione).
La percentuale di successo è del 70-80% e maggiore nelle stenosi di tipo A.

Dopo la valvuloplastica vengono effettuati controlli ecocardiografici dilazionati
nel tempo per valutare la diminuzione dell'ipertrofia del ventricolo destro e
quindi l'ulteriore riduzione del gradiente transvalvolare.

Il gradiente transvalvolare della valvola polmonare stenotica è la differenza
di pressione tra il ventricolo destro (a pressione più alta) e l'arteria polmonare
principale.