sabato 30 novembre 2013

I diuretici tiazidi nel cane e nel gatto - prima parte

I tiazidi sono una classe di diuretici con attività pari a circa il 30-50% di quella
dei diuretici dell'ansa (furosemide, torsemide).
Comprendono diversi composti tra i quali il più utilizzato, nella clinica del cane
e del gatto, è l'idroclorotiazide.

L'azione di questa classe di diuretici si esplica a livello del tubulo contorto
distale del nefrone del rene con una diminuzione del riassorbimento del sodio
e del cloro e un aumento della loro eliminazione (di grado moderato) con
le urine. Maggiore è invece l'eliminazione del potassio.

I diuretici tiazidi vengono utilizzati in cardiologia per il controllo dei fenomeni
congestizi ma, avendo un'azione limitata, sono somministrati in genere assieme
ad altri diuretici.

Infatti, usando due o tre diuretici contemporaneamente, si può avere un'azione
additiva o sinergica con dosaggi più bassi per ogni singolo composto perché
ognuno di questi farmaci agisce a livelli differenti del nefrone (fenomeno
definito blocco sequenziale del nefrone).
Quando i tiazidi sono utilizzati assieme ai diuretici dell'ansa (di solito
furosemide), i dosaggi di entrambi possono essere ridotti di circa il 50%.
In questo caso l'effetto diuretico può essere anche molto pronunciato e
quindi il tiazide viene spesso somministrato solo ogni 2-3 giorni.

Azione additiva è quando l'attività combinata di due farmaci è uguale alla
somma dei loro singoli effetti mentre l'azione sinergica è quando questa è
maggiore della somma dei singoli effetti.

Bisogna segnalare che l'utilizzo di più diuretici contemporaneamente può
aumentare gli effetti collaterali e pertanto è doveroso eseguire un controllo
periodico degli elettroliti, della pressione sanguigna e della funzionalità renale.

Esempio di tripla terapia diuretica è quello della somministrazione
contemporanea di furosemide, idroclorotiazide e spironolattone.




martedì 26 novembre 2013

Il propranololo nella cardiologia del cane e del gatto - prima parte

Il propranololo è un farmaco betabloccante (classe II degli antiaritmici
secondo la classificazione di Vaughan Williams) perché, come dice il nome
stesso, blocca l'azione dei recettori beta 1 e beta 2, inibendo così l'attività
del sistema nervoso simpatico.
Il recettore è una struttura molecolare (spesso formata da proteine) che è
posta sulla superficie o all'interno delle cellule e a cui si può legare  un farmaco
o una determinata sostanza (es. ormoni). Questo legame attiva una serie di
processi biochimici nelle cellule.

I recettori beta 1 sono situati principalmente nel cuore e nei reni, quelli beta 2
prevalentemente a livello della muscolatura liscia dei polmoni, dell'apparato
gastrointestinale e dei vasi.


Le azioni del propranololo sul sistema di conduzione del cuore (azioni
elettrofisiologiche) sono :

- diminuzione della frequenza di scarica del nodo del seno con riduzione
  della frequenza cardiaca.

- aumento del periodo refrattario e diminuzione della conduzione dello stimolo
   nel nodo atrioventricolare. Queste proprietà del farmaco sono sfruttate in
   presenza di flutter, di fibrillazione atriale o di aritmie sopraventricolari da
   rientro (il rientro è una modalità con cui si originano e si mantengono le
   aritmie).

- decremento dell'eccitabilità (capacità della cellula cardiaca di rispondere a
  determinati stimoli) sia atriale sia ventricolare provocata dall'attivazione del
  sistema nervoso simpatico.

- innalzamento della soglia della fibrillazione ventricolare che può essere utile
  per la prevenzione della morte improvvisa.



Il propranololo, come tutti i betabloccanti, possiede un'azione inotropa 
negativa (diminuisce la contrattilità del cuore) che, assieme al decremento
della frequenza cardiaca, contribuisce alla riduzione del consumo dell'ossigeno
da parte del cuore.
Ciò può essere utile in caso di ipossia (diminuzione dell'ossigeno disponibile)
che favorisce l'insorgenza di aritmie.
L'azione inotropa negativa deve essere tenuta presente quando si somministra
il propranololo ad animali con insufficienza cardiaca.








giovedì 21 novembre 2013

Il sotalolo nella cardiologia del cane e del gatto - prima parte

Il sotalolo è un farmaco che unisce gli effetti antiaritmici dei betabloccanti
con quelli della classe III (secondo la classificazione di Vaughan Williams).
Gli effetti betabloccanti prevalgono a dosaggi più alti, quelli della classe III
a dosaggi più bassi.

Effetti betabloccanti
Il sotalolo è dotato di un'attività betabloccante che è un terzo di quella del
propranololo.
Ha un'azione sul nodo del seno dove prolunga il periodo refrattario, sul nodo
atrio-ventricolare dove anche qui prolunga il periodo refrattario e diminuisce
la velocità di conduzione dello stimolo elettrico.
Tutto ciò si traduce in una riduzione della frequenza cardiaca.

Effetti della classe III
Il sotalolo prolunga la durata del potenziale d'azione e del periodo refrattario
delle cellule atriali, ventricolari e anche delle vie accessorie.
Il prolungamento del potenziale d'azione è più evidente con frequenza cardiaca
bassa (detto fenomeno uso dipendenza inverso, in inglese reverse use dependence).

Inoltre il sotalolo innalza la soglia della fibrillazione ventricolare e può quindi
essere utile per la prevenzione della morte improvvisa.
Ad alte concentrazioni inibisce anche l'entrata del sodio nelle cellule.
Da segnalare la sua azione inotropa negativa (diminuisce la contrattilità del
cuore) che però è minore di quella degli altri betabloccanti.

Riporto alcune definizioni dei termini usati nel post per facilitare la
comprensione a quelle persone che non operano nel campo medico.

sistema di conduzione - è quella parte del cuore dove origina e viene
condotto l'impulso elettrico, dal nodo del seno fino a tutte le porzioni dei
ventricoli.

nodo senoatriale -  è detto anche nodo di Keith-Flack ed è la struttura
del cuore, situata nell'atrio destro, che è responsabile della formazione
degli impulsi elettrici che provocano la contrazione del cuore.
Per questa sua funzione è chiamato anche segnapassi o pacemaker cardiaco.

nodo atrioventricolare (nodo di Aschoff-Tawara) - è situato nella parte
inferiore del setto interatriale ed è deputato alla trasmissione degli stimoli
elettrici dagli atri ai ventricoli.

periodo refrattario - periodo nel quale la cellula cardiaca non risponde
agli stimoli.

potenziale d'azione - è l'evento elettrico che provoca la contrazione del
cuore.

vie accessorie - vie anomale che collegano gli atri ai ventricoli mentre,
in condizioni normali, solo il fascio di His svolge questa funzione. La via
anomala più nota è il fascio di Kent, la cui presenza può provocare la
sindrome di Wolff- Parkinson-White.

fibrillazione ventricolare - è un'aritmia dove le contrazioni dei ventricoli
sono deboli e non coordinate ed il sangue espulso dal cuore è praticamente
nullo. La fibrillazione ventricolare provoca l'arresto cardiaco.

Potete anche leggere :
http://www.infocardiovet.com/2012/12/terapia-delle-aritmie-nel-cane-e-nel.html



Sistema di conduzione del cuore - le freccie rosse indicano il tragitto dell'impulso elettrico



venerdì 15 novembre 2013

La mexiletina nella cardiologia del cane e del gatto - prima parte

La mexiletina è un farmaco antiaritmico di classe IB secondo la classificazione
di Vaughan Williams ed è stata utilizzata per la prima volta nell'uomo nel 1969.
Oggi è impiegata nella terapia delle aritmie del cane mentre, da quanto mi
risulta, non è stata ancora usata nel gatto.

Sono molteplici le attività farmacologiche della mexiletina :
- modesto effetto inotropo negativo (diminuzione della contrattilità del cuore)
- diminuzione dell'eccitabilità della cellula miocardica (effetto batmotropo
   negativo) specialmente a livello dei ventricoli
-  interruzione delle aritmie che si sviluppano con il meccanismo del rientro
- soppressione dell'automatismo anomalo delle cellule cardiache
- aumento della soglia della fibrillazione ventricolare che può essere utile
   per la prevenzione della morte improvvisa

L'eccitabilità della cellula cardiaca è la capacità di rispondere a determinati
stimoli. Esiste una soglia di eccitabilità al di sotto della quale la cellula non è
eccitabile.
L'automatismo è la proprietà di alcune cellule cardiache, come quelle del nodo
del seno o del nodo atrioventricolare, di generare impulsi elettrici che vengono
trasmessi alle altre cellule cardiache.
L'automatismo anomalo (esaltato automatismo anormale) è una condizione
patologica dove alcune cellule cardiache acquistano la proprietà di generare
stimoli elettrici provocando l'insorgenza di aritmie.
La fibrillazione ventricolare è un'aritmia dove i ventricoli si contraggono
debolmente e in modo scoordinato e la quantità di sangue espulsa dal cuore
è praticamente nulla.
La fibrillazione ventricolare provoca l'arresto cardiaco.

In alcuni casi la mexiletina può determinare effetti sfavorevoli come l'arresto
dell'attività del nodo del seno, la comparsa di bradicardia o il rallentamento
della conduzione dell'impulso elettrico (effetto dromotropo negativo).

Le conseguenze dell'azione della mexiletina sul flusso sanguigno (effetti
emodinamici) sono una possibile diminuzione della portata cardiaca per
l'effetto inotropo negativo che viene però contrastato dalla sua attività di
vasodilatazione che tende a mantenere nella normalità la frequenza e la
portata cardiaca.

Il tracciato elettrocardiografico è poco influenzato dalla somministrazione
di mexiletina.
Animali, con preesistenti problemi della conduzione dello stimolo elettrico,
possono mostrare bradicardia e blocco atrioventricolare (ritardato o mancato
passaggio dell'impulso elettrico dagli atri ai ventricoli).
Ad alte dosi la mexiletina può provocare l'allungamento dell'intervallo PR,
del complesso ORS e dell'intervallo QT.

Potete anche leggere il post
http://www.infocardiovet.com/2012/12/terapia-delle-aritmie-nel-cane-e-nel.html






sabato 9 novembre 2013

I diuretici dell'ansa nella cardiologia del cane e del gatto - furosemide - seconda parte

Nel cane e nel gatto la furosemide è già da molti anni il diuretico dell'ansa
più utilizzato con un ruolo centrale nella terapia dell'insufficienza cardiaca.

Sono numerose le attività di questo farmaco :

1) a livello dell'apparato urinario determina una diminuzione dell'assorbimento
    degli elettroliti (cloro, sodio, potassio, calcio, magnesio, ioni idrogeno),
    specialmente nella branca ascendente dell'ansa di Henle e un aumento della
    loro eliminazione con un incremento del volume delle urine emesse.
    Si può inoltre osservare una leggera diminuzione del PH delle urine e anche
    del loro peso specifico.

2) a livello dell'apparato cardiovascolare una diminuzione del precarico del
    cuore, un miglioramento della funzione sistolica del cuore con aumento della
    gittata sistolica.
    La furosemide determina anche una vasodilatazione venosa con aumento
    della capacità del sistema venoso (per probabile rilascio di prostaglandine)
    e diminuzione della pressione venosa, specialmente dopo somministrazione
    per via endovenosa, e tutto ciò prima che si instauri l'effetto diuretico.
    Inoltre la furosemide diminuisce le resistenze vascolari renali con un
    aumento del flusso sanguigno renale senza modificare la velocità di
    filtrazione del sangue.

Il precarico è il volume di sangue che è presente nei ventricoli alla fine del
loro riempimento (fine diastole o telediastole). E' aumentato in diverse malattie
cardiache (insufficienza mitralica, cardiomiopatie).
La funzione sistolica riguarda la funzione di pompa del cuore (contrazione
dei ventricoli ed espulsione del sangue).
La gittata sistolica è la quantità di sangue espulsa ad ogni battito.
Le resistenze vascolari sono le forze che si oppongono al fluire del sangue
nei vasi.

La furosemide stimola la liberazione della renina, la quale attiva il sistema
renina-angiotensina-aldosteone (RAAS) che promuove la ritenzione di sodio
ed acqua per contrastare l'azione del diuretico.

Nell'uomo la furosemide possiede un'azione broncodilatatrice che è stata
utilizzata per la terapia dell'asma.
E' probabile che questa attività sia presente anche nel cane e nel gatto anche
se non è stata ancora dimostrata.

Potete anche leggere la prima parte sui diuretici dell'ansa cliccando su link
qui sotto
http://www.infocardiovet.com/2013/10/i-diuretici-dellansa-nella-cardiologia.html





lunedì 4 novembre 2013

Versamento pericardico idiopatico del cane - terza parte

Nel cane la terapia del versamento pericardico deve essere effettuata
rapidamente con la pericardiocentesi in presenza di tamponamento cardiaco.

La pericardiocentesi è l'aspirazione del liquido dal sacco pericardico
mentre il tamponamento cardiaco è quella condizione che si sviluppa
quando l'accumulo del liquido comprime il cuore e ostacola il suo riempimento.
Se il cuore si riempie in modo incompleto, meno sangue sarà espulso durante
la sistole e si avrà una caduta della pressione sistemica, della gittata sistolica
e della portata cardiaca che mette in pericolo la vita dell'animale.

La gittata sistolica è la quantità di sangue che viene espulsa dal cuore
ad ogni battito mentre la portata cardiaca quella espulsa in un minuto.

Per aspirare il liquido viene introdotto nel torace a livello dell'area cardiaca
destra, in genere tra il 4° e il 6° spazio intercostale, un ago collegato ad una
siringa. L'operazione viene eseguita in anestesia locale e alle volte anche con
la sedazione dell'animale.
Dopo la rimozione del liquido, il cane ha in genere un rapido miglioramento.

La pericardiocentesi può presentare delle complicazioni in quanto l'ago può
pungere o penetrare nel cuore e provocare aritmie o emorragie.
Altre complicazioni possibili sono la lacerazione delle arterie coronariche e
del polmone.

Nel versamento pericardico idiopatico la pericardiocentesi è curativa in circa
la metà dei casi.
Una ricaduta della malattia con la formazione di un nuovo versamento può
avvenire a distanza variabile dalla pericardiocentesi (da giorni ad anni).
Dopo tre o più episodi di recidiva, il versamento deve essere trattato con
la pericardiectomia.

Come terapia medica sono stati impiegati farmaci come i corticosteroidi
ma non è documentata una loro reale efficacia nel prevenire la formazione
del versamento.