venerdì 23 febbraio 2018

La terapia della filariosi cardiopolmonare nel cane - prima parte

La terapia della filariosi cardiopolmonare viene effettuata per eliminare
le varie forme di filaria (microfilarie, stadi larvali, parassiti adulti)
e migliorare le condizioni cliniche del cane cercando di ridurre al minimo
gli effetti collaterali del trattamento.

Quando è eseguita la terapia adulticida (uccisione delle filarie adulte) sono
diversi i fattori che possono influenzare la comparsa di reazioni indesiderate
(tromboembolismo polmonare) e l'efficacia della terapia.

In particolare devono essere presi in considerazione l'attività fisica del 
cane, la gravità della malattia vascolare polmonare ed il numero dei 
parassiti (carica parassitaria).

I soggetti possono essere classificati a probabilità bassa o elevata di
rischio tromboembolico in base a determinate caratteristiche.
I cani a rischio basso devono presentare contemporaneamente debole
carica parassitaria, malattia polmonare vascolare assente, esami antigenici
con positività lieve e proprietari che seguono diligentemente le indicazioni
del medico veterinario.
I cani a rischio elevato sono quelli sintomatici, con alterazioni vascolari
polmonari alla radiografia, con filarie adulte visibili all'ecografia, con test
antigenici a positività medio-alta o con proprietari scarsamente collaborativi.


L'American Heartworm Society ha proposto nel 2014 un protocollo per il
trattamento della filariosi del cane :

giorno 0   Il cane deve risultare positivo al test per la ricerca delle microfilarie
                 o, se queste non vengono rilevate, al test antigenico
                 Ridurre l'attività fisica del cane che sarà maggiore se i sintomi sono
                 più evidenti.
                 L'animale va stabilizzato con una terapia appropriata se è
                 sintomatico.
                 Per diminuire l'infiammazione si somministra il prednisolone a
                 0.5 mg/kg due volte al giorno per una settimana, poi a 0.5 mg/kg
                 una volta al giorno per un'altra settimana e a 0.5 mg/kg a giorni
                 alterni per altre due settimane.

giorno 1    Somministrare un farmaco per la profilassi della malattia.
                 Se sono presenti microfilarie, somministrare prima antistaminici
                 o glucocorticoidi per prevenire reazioni anafilattiche.
                 Somministrare doxiciclina a 10 mg/kg due volte al giorno per
                 quattro settimane. Con questa terapia, volta ad eliminare il batterio
                 Wolbachia, si riducono le lesioni associate alla morte del parassita
                 e si interrompe la trasmissione della filariosi.

giorno 30  Somministrare un farmaco per la profilassi della malattia

giorno 60   Somministrare un farmaco per la profilassi della malattia
                  Prima iniezione di melarsomina (uccide le filarie adulte)
                  a 2.5 mg/kg.
                  Somministrare prednisolone con il protocollo sopradescritto
                  Ridurre ulteriormente l'attività fisica (es. con l'utilizzo del guinzaglio,
                  confinamento in gabbia).

giorno 90   Somministrare un farmaco per la profilassi della malattia
                  Seconda iniezione di melarsomina a 2.5 mg/kg.

giorno 91   Terza iniezione di melarsomina a 2.5 mg/kg.
                   Somministrare prednisolone con il protocollo sopradescritto
                   Limitare l'attività fisica del cane per 6-8 settimane

giorno 120  Eseguire il test per rilevare la presenza delle microfilarie
                   Se il test è positivo trattare il cane con farmaci microfilaricidi
                   (uccisione delle microfilarie).
                   Eseguire nuovamente questo test dopo quattro settimane.
                   Effettuare la profilassi della malattia per tutto l'anno.

giorno 271  Test antigenico e ricerca delle microfilarie












giovedì 15 febbraio 2018

Edema polmonare nel cane e nel gatto - nona parte

Prevenzione dell'edema polmonare

Diuretici

Furosemide (dimazon, diuren, libeo)
La furosemide è un diuretico dell'ansa che viene somministrato nella terapia
cronica dell'insufficienza cardiaca del cane di solito a 2 mg/kg ogni 12-24 ore
ma il dosaggio, per mantenere l'animale libero da sintomi clinici, può variare.
Nei gatti la posologia è inferiore (normalmente 1-2 mg/kg ogni 12-24 ore).

Diuretici tiazidici
I diuretici tiazidici sono meno potenti dei diuretici dell'ansa e agiscono a livello
del tubulo distale del nefrone del rene.
Vengono di solito aggiunti alla terapia standard cronica nei casi refrattari.
I tiazidici più utilizzati sono l'idroclorotiazide e la clorotiazide.

Spironolattone (prilactone, tempora e cardalis in associazione con benazepril)
Lo spironolattone viene utilizzato perché antagonizza l'attività dell'aldosterone
più che per le sue proprietà diuretiche.
Molto probabilmente  lo spironolattone affiancherà ace-inibitori, pimobendan
e furosemide nelle nuove linee guida per la terapia dell'insufficienza cardiaca
del cane sintomatico con endocardiosi mitralica
Il dosaggio del farmaco è 2-4 mg/kg per via orale ogni 12-24 ore.

Durante la terapia con diuretici deve essere controllata ad intervalli regolari
la funzionalità renale e la concentrazione degli elettroliti nel sangue.


Betabloccanti

Questi farmaci determinano il blocco dell'attività dei recettori beta-adrenergici.
Si dividono in selettivi se, a dosaggi terapeutici, bloccano i recettori beta1 e non
selettivi se bloccano sia i recettori beta1 sia i recettori beta2.
Tra i selettivi troviamo l'atenololo tra i non selettivi il propranololo e il carvedilolo
che ha un'attività anche sugli alfa1 recettori.

I betabloccanti, oltre che come antiaritmici, vengono utilizzati nelle malattie
cardiache dove è presente un'ipertrofia concentrica (ispessimento setto
interventricolare e/o pareti ventricolari  come nella cardiomiopatia ipertrofica,
stenosi aortica, stenosi polmonare).
Qualche cardiologo veterinario li impiega nella terapia cronica della malattia
valvolare del cane.

I betabloccanti diminuiscono la frequenza cardiaca ed il consumo di ossigeno
da parte del miocardio ma in determinate circostanze vanno utilizzati con
cautela perché provocanono una diminuzione della contrattilità (effetto
inotropo negativo).









mercoledì 7 febbraio 2018

Le miocarditi nel cane e nel gatto - decima parte

Terapia delle miocarditi

Nell'uomo esistono diversi approcci alla terapia della miocardite come
l'utilizzo dell'interferone per le miocarditi virali, terapia immunosoppressiva
per le miocarditi autoimmuni e post-virali, impiego dell'immunoassorbimento
o delle immunoglobuline, trapianto cardiaco.

In medicina veterinaria esistono pochi studi al riguardo e pertanto si cerca
in genere di trattare la causa della malattia (terapia eziologica) o di effettuare
una terapia per ridurre la sintomatologia clinica.


Sono quindi utilizzati diversi tipi di farmaci :

1) antibiotici come per esempio le tetracicline per la bartonella e la borrelia
     o la clindamicina per il toxoplasma

2) farmaci antiinfiammatori
    a) corticosterioidi : possono essere utili nelle miocarditi autoimmunitarie
        e per ridurre l'infiammazione ma non nelle forme infettive
    b) FANS : per ridurre l'infiammazione miocardica ma possono determinare
        effetti collaterali indesiderati quali diminuzione della clearance virale,
        vasospasmo coronarico, ritardo nella riparazione miocardica

 3) farmaci per il trattamento dell'insufficienza cardiaca
     - ace-inibitori per ridurre l'attivazione neuroendocrina da parte
       dell'angiotensina II
     - diuretici per diminuire il sovraccarico sanguigno sul cuore
     - pimobendan con effetto inotropo positivo e vasodilatatore per
       migliorare la funzione sistolica (di pompa) del cuore e ridurre
       l'attività delle citochine infiammatorie
     - antagonisti dell'aldosterone (es. spironolattone) per diminuire
       l'attivazione neuroendocrina
     - digitalici il cui impiego è controverso in quanto, almeno nelle miocarditi
       linfoplasmacellulari, possono determinare un incremento delle citochine
       infiammatorie, una propensione allo sviluppo di aritmie ed una crescita
       del danno cardiaco

4) farmaci antiaritmici
    Le aritmie emodinamicamente significative devono essere trattate
    con farmaci antiaritmici.
    Nelle miocarditi il tipo ed il meccanismo delle aritmie può cambiare
    rapidamente e ciò contribuisce a rendere più difficile la loro terapia.

Nel cane e nel gatto, in presenza di blocco atrioventricolare, è anche
richiesto l'utilizzo di un pacemaker temporaneo o definitivo per ottenere
una stabilizzazione del paziente e ridurre anche il rischio di morte improvvisa.