lunedì 25 febbraio 2013

Malattia aritmogena del ventricolo destro del gatto - seconda parte

Nella malattia aritmogena del ventricolo destro del gatto (ARVC)
l'ecocardiografia può mostrare una dilatazione anche marcata del
ventricolo destro e dell'atrio destro.
Può anche essere evidenziata un'alterazione della trabecolatura muscolare
(fasci muscolari evidenti sulla superficie interna) del ventricolo e dilatazioni
aneurismatiche (dilatazioni circoscritte del ventricolo con assottigliamento della
parete).
Può essere presente setto paradosso (spostamento del setto verso il ventricolo
sinistro) per aumento della pressione nel ventricolo destro.
Spesso è visibile un rigurgito della tricuspide, che è per lo più lieve, per
dilatazione dell'anello valvolare.

Nelle fasi più avanzate della malattia può comparire interessamento della parte
sinistra del cuore con dilatazione sia dell'atrio sia del ventricolo sinistro.

La diagnosi differenziale va posta soprattutto con la displasia (malformazione)
della tricuspide.

La terapia della ARVC nella fase acuta è simile a quella delle altre cardiomiopatie
e verrà descritta in un prossimo post.

La terapia cronica si avvale dell'utilizzo dei diuretici come la furosemide e degli
Ace-inibitori (ramipril, benazepril, enalapril) nel caso di insufficienza cardiaca
congestizia destra.
Per l'insufficienza miocardica (diminuzione della contrattilità cardiaca) si possono
utilizzare la digossina o il pimobendan.

Le aritmie sono trattate con la lidocaina per gli episodi acuti di tachicardia
ventricolare, mentre per la loro prevenzione è stato proposto il sotalolo 
(un beta-bloccante con particolari caratteristiche).
In presenza di tachicardie sopraventricolari viene usata la digossina,
da sola o assieme al diltiazem (un calcio bloccante) o all'atenololo 
(un beta-bloccante).
Per la prevenzione del tromboembolismo polmonare può essere eseguita
una terapia anticoagulante.

Per i dosaggi dei farmaci potete consultare il post sulla terapia della
cardiomiopatia dilatativa.

La prognosi della malattia è riservata o infausta. La maggior parte dei soggetti
con insufficienza cardiaca destra o tromboembolismo muore entro un mese dalla
diagnosi.







giovedì 21 febbraio 2013

Le fistole artero-venose nel cane e nel gatto

Le fistole artero-venose sono delle comunicazioni tra arterie e vene senza
l'interposizione del normale sistema capillare dove il sangue passa dal circolo
arterioso a pressione più alta a quello venoso a pressione più bassa.
Nella maggior parte dei casi sono coinvolti gli arti ma può essere interessata
qualsiasi parte del corpo.

Le fistole artero-venose si dividono in congenite ed acquisite.

Le fistole congenite (già presenti alla nascita) possono essere singole o multiple.
L'esempio più comune è il dotto arterioso pervio che rappesenta una delle
tre patologie congenite cardiache più frequenti nel cane ed è presente anche
nel gatto.

Le fistole acquisite sono di solito singole e possono essere causate da traumi,
da complicanze per manovre mediche invasive, da tumori e da infezioni.

In questa patologia  il flusso di sangue arterioso diminuisce a valle della fistola
e quindi, per mantenere una adeguata irrorazione sanguigna, viene attivata una
circolazione collaterale sostenuta da arteriole che non sono normalmente
utilizzate.
La quantità di sangue, che attraverso la fistola passa nel circolo venoso e
aumenta il flusso di ritorno al cuore destro, è determinata principalmente
dalla grandezza della fistola, dalla grandezza dell'arteria interessata e dalla
 velocità del sangue prima della fistola.

Incrementa anche il volume di sangue che esce dal ventricolo destro e si dirige
ai polmoni e quello che dai polmoni ritorna al cuore sinistro e che viene poi
espulso in aorta.

Si ha quindi un aumento della gittata sistolica (quantità di sangue espulsa ad
ogni battito), della portata cardiaca (quantità di sangue espulsa in un minuto),
un sovraccarico volumetrico di sangue nel cuore e lo sviluppo di ipertrofia
eccentrica (dilatazione delle camere cardiache).

Nel tempo si può sviluppare insufficienza cardiaca congestizia destra,
edema polmonare e anche insufficienza miocardica (diminuzione della
contrattilità del cuore).






domenica 17 febbraio 2013

La cardiomiopatia dilatativa del gatto - terza parte

La terapia della fase acuta della cardiomiopatia dilatativa del gatto
è simile a quella delle altre cardiomiopatie e verrà trattata in un
prossimo post.

La terapia cronica comprende il controllo dell'insufficienza cardiaca
congestizia e della disfunzione sistolica.
L'insufficienza cardiaca congestizia è l'incapacità del cuore a fornire
un'adeguata quantità di sangue per le necessità dell'organismo in presenza
di accumulo di liquidi nel polmone e/o negli organi addominali e nei tessuti
periferici.
La disfunzione sistolica è la diminuzione della capacità di pompa del cuore.

Vengono pertanto somministrati (i dosaggi dei farmaci sono quelli riportati
in letteratura) :

- diuretici, di solito la furosemide, al dosaggio minimo efficace da 1 mg/kg
   una volta al giorno a 3mg/kg tre volte al giorno.

- ACE-inibitori con attività vasodilatatrice che diminuisce il postcarico
   (forza che si oppone alla contrazione del cuore) e di ostacolo alla ritenzione
   dei liquidi.
   Per uso veterinario sono disponibili il benazepril, l'enalapril e il ramipril.

- pimobendan con azione inodilatatrice cioè vasodilatrice e inotropa
   positiva (aumento della contrattilità).
   Il dosaggio è di 0,25 mg/kg ogni 12 ore.

- digossina , farmaco inotropo positivo che provoca anche la diminuzione
   della frequenza cardiaca.

- spironolattone  che è un diuretico e contrasta la perdita di potassio
   favorita dalla furosemide e possiede anche un'azione antifibrotica.

- Taurina : viene somministrata a tutti i gatti fino a quando non è nota la sua
   concentrazione nel sangue.
   Una volta conosciuto questo valore, la taurina è continuata in quelli che hanno
   la concentrazione bassa e in quelli nei quali questo valore non è disponibile,
   a 250 mg/kg ogni 12 ore per via orale.
   Nei gatti che hanno una concentrazione normale, viene esclusa la  presenza di
   DCM da carenza di taurina e formulata una diagnosi di DCM idiopatica
   (da causa sconosciuta).

Per la prevenzione dei fenomeni tromboembolici vengono utilizzati l'acido 
acetilsalicilico al dosaggio di 75 mg/gatto ogni 48-72 ore o il clopidogrel 
a 18.75 mg/gatto una volta al giorno.
Questi due farmaci possono anche essere somministrati assieme.
Nei pazienti che hanno già avuto episodi tromboembolici può essere impiegata
la dalteparina a 100 U.I./kg una o due volte al giorno.

Per il controllo delle aritmie :

- digossina per tachicardie atriali o fibrillazione atriale,da sola o assieme a
  diltiazem  o un beta-bloccante con monitoraggio attento del paziente perché,
  soprattutto i beta-bloccanti, hanno un 'azione inotropa negativa (deprimono la
  contrattilità del cuore).
- Le aritmie ventricolari possono essere controllate con la lidocaina per gli
  episodi acuti (fino a 1mg/kg in bolo) mentre per la terapia a lungo termine
  è stato proposto l'utilizzo dell'esmololo (un betabloccante) ma non in presenza
  di insufficienza cardiaca congestizia.



Pierre Auguste Renoir   -   Donna con gatto


mercoledì 13 febbraio 2013

I toni (suoni cardiaci) nel cane e nel gatto - terza parte

I suoni patologici che possono essere uditi all'ascoltazione del cuore,
sono il terzo ed il quarto tono, i suoni sistolici e i suoni diastolici

Il terzo tono (S3) corrisponde alla fase di riempimento rapido del ventricolo
(prima fase del riempimento ventricolare).
E' un suono a bassa frequenza che è meglio udito a livello del focolaio di
ascoltazione mitralico (quinto spazio intercostale sinistro).

Il terzo tono, che non è presente nei soggetti normali, è un suono sempre
patologico e segnala una disfunzione del cuore.
E' generato dall'improvvisa interruzione del riempimento ventricolare in
un ventricolo dilatato.
Può essere rilevato in malattie come le cardiomiopatie, l'insufficienza
mitralica e tricuspidale scompensata, sovraccarichi volumetrici cospicui
come nel dotto arterioso pervio e nei difetti del setto atriale e ventricolare.

Il quarto tono (S4) è un suono a bassa frequenza, meglio udito con la campana
del fonendoscopio a livello dei focolai di ascoltazione aortico e polmonare
(secondo, quarto spazio intercostale sinistro) e anche di quello mitralico
(quinto spazio intercostale sinistro).

Si presenta durante l'ultima fase del riempimento ventricolare ed è determinato
da una contrazione atriale vigorosa (con atrio dilatato) con il sangue che
entra in un ventricolo poco distensibile.

Il quarto tono non è presente nei soggetti sani ed è invece udibile nelle
malattie che determinano ipertrofia ventricolare (ispessimento del setto
interventricolare e/o della parete dei ventricoli) come nella cardiomiopatia
ipertrofica, nelle ipertrofie secondarie a stenosi (restringimento) della valvola
aortica e polmonare e a ipertensione sistemica.

La presenza del terzo tono o del quarto tono determinano la comparsa di un
ritmo cardiaco a tre toni che viene chiamato ritmo di galoppo perché ricorda
appunto il galoppo del cavallo.

I suoni sistolici si dividono in suoni mesosistolici (a metà della sistole)
o telesistolici (alla fine della sistole) che sono dovuti allo stiramento dei
lembi e delle corde tendinee nel prolasso della valvola mitrale e in suoni
(toni) d'eiezione che sono protosistolici (all'inizio della sistole) e sono
generati dal brusco arresto dell'apertura delle valvole aortica o polmonare
stenotiche.
I toni d'eiezione possono essere anche presenti nell'ipertensione sistemica,
e nella dilatazione dell'aorta o dell'arteria polmonare principale.

I suoni diastolici (protodiastolici, prima parte della diastole) sono dovuti alla
brusca apertura della valvola mitrale stenotica (detto anche schiocco d'apertura
della mitrale) per l'elevata pressione nell'atrio sinistro.







venerdì 8 febbraio 2013

Versamento pericardico idiopatico del cane - seconda parte

La diagnosi del versamento pericardico idiopatico è formulata con
l'ecocardiografia ma sia l'elettrocardiogramma sia l'esame radiografico
possono dare importanti informazioni.

L'elettrocardiogramma può mostrare alcune alterazioni come la diminuzione
del voltaggio dell'onda R, e la presenza di alternanza elettrica (variazione
del voltaggio dell' onda P, del complesso QRS e dell'onda T) per il movimento
del cuore all'interno del liquido pericardico.

L'esame radiografico mette in evidenza cardiomegalia (aumento delle
dimensioni del cuore) con forma rotondeggiante dell'area cardiaca.
La cardiomegalia è proporzionale alla quantità di liquido pericardico.

Si possono ancora rilevare alterazioni a carico dei vasi sanguigni, che si
presentano di calibro ridotto per la diminuzione del flusso di sangue in
conseguenza del tamponamento, e segni di insufficienza cardiaca congestizia
destra come epatomegalia (fegato aumentato di grandezza), ascite (liquido in
addome), versamento pleurico, dilatazione della vena cava caudale (vaso che
porta al cuore il sangue poco ossigenato della parte posteriore del corpo).

L'ecocardiografia è il mezzo diagnostico di scelta per il versamento pericardico
idiopatico in quanto possono essere visualizzate anche piccole quantità di
liquido.
Il versamento si presenta come uno spazio anecoico (di colore scuro) intorno
al cuore tra l'epicardio (parte più esterna del cuore) e il foglietto parietale
(esterno) del pericardio.

Inoltre con l'ecocardiografia possiamo apprezzare le alterazioni della circolazione
sanguigna provocate dal tamponamento cardiaco come il collasso
(schiacciamento) delle pareti dell'atrio e del ventricolo destri per la pressione
del liquido.
Le camere destre collassano prima di quelle sinistre perché presentano una
pressione più bassa e pareti più sottili.

Può essere visibile la riduzione delle camere cardiache e il mancato collasso
della vena cava caudale durante l'inspirazione.

In caso di versamenti di una certa entità, il cuore si muove nello spazio
pericardico con movimenti sia laterali  sia antero-posteriori (in inglese
viene definito swinging heart).








lunedì 4 febbraio 2013

Cardiomiopatia ipertrofica del gatto (felina) - quinta parte

La diagnosi definitiva di cardiomiopatia ipertrofica del gatto (HCM) è fatta con
l'ecocardiografia ma l'elettrocardiogramma e la radiografia toracica possono
dare informazioni importanti.

La radiografia toracica può evidenziare una silouette cardiaca normale in
molti gatti, specialmente asintomatici, in quanto l'ipertrofia concentrica può
non modificare il profilo esterno del cuore.
In altri soggetti è invece rilevabile cardiomegalia (cuore ingrossato) più
spesso a carico delle camere sinistre (ventricolo e atrio) che può essere
generalizzata quando è presente anche insufficienza cardiaca destra o
versamento pericardico.

La dilatazione dell'atrio sinistro, che può anche essere severa, è maggiormente
apprezzabile nelle proiezioni saggittali (dorso-ventrale o ventro-dorsale con
l'animale con l'addome o la schiena a contatto con il tavolo radiologico) dove la
sua dilatazione, alle volte assieme a quella dell'atrio destro, può generare il
cuore a "valentina" per la forma simile a quella del cuore di S.Valentino.

La radiografia fornisce anche importanti informazioni sullo stato di congestione
dei vasi e sulla presenza e distribuzione dell'edema polmonare, del versamento
pleurico ed eventualmente di quello addominale (ascite).
Nell' HCM l'edema polmonare è più frequente del versamento pleurico ma
possono anche essere presenti assieme.
La radiografia, inoltre, è utile in seguito per verificare l'efficacia della terapia
dell'edema polmonare.

Con l'elettrocardiogramma possono essere rilevate numerose anomalie che
però sono presenti anche in altre cardiomiopatie.

L'onda P aumentata di durata segnala la dilatazione dell'atrio sinistro, l'aumento
del voltaggio dell'onda R e la maggior durata del complesso ORS la presenza di
ipertrofia ventricolare.

Ci possono essere complessi prematuri ventricolari e tachicardia ventricolare ma
anche tachicardia atriale e fibrillazione atriale.
Sono presenti anche anomalie della conduzione dell'impulso elettrico come
blocco di branca sinistro, blocco fascicolare anteriore sinistro e qualche volta
blocco atrioventricolare di terzo grado.