martedì 29 novembre 2016

Tumori tiroidei, ipotiroidismo, ipertiroidismo e cuore nel cane - prima parte

I tumori tiroidei del cane sono circa il 2% di tutti i tumori di questa specie
e circa il 10-15% dei tumori della testa e del collo.
I tumori tiroidei sono costituiti per il 30-50% da adenomi e per il 50-70% da
carcinomi.

Gli adenomi si presentano in genere come noduli di piccole dimensioni per cui
sono rinvenuti raramente durante la vita dell'animale e spesso sono individuati
solo alla necroscopia.

Gli adenomi possono essere non funzionali (non producono ormoni tiroidei)
o funzionali  con la secrezione di quantità eccessive di ormoni e la comparsa
dell'ipertiroidismo.

I carcinomi sono individuati facilmente in quanto normalmente si presentano
come masse solide di una certa dimensione in corrispondenza della regione
ventrale del collo.
Non sono mobili, spesso con forma multinodulare, frequentemente con un
centro necrotico o emorragico e occasionalmente con aree di mineralizzazione.

I carcinomi possono svilupparsi lungo il decorso dell'esofago e della trachea
ed infiltrare i tessuti circostanti.
Comune è la presenza di metastasi ai linfonodi retrofaringei e cervicali e ai
polmoni.
Meno frequentemente le metastasi possono essere presenti a livello epatico,
renale, alla base del cuore, alle ossa e al midollo spinale.

I carcinomi possono essere funzionali (circa il 10%) e produrre una
quantità eccessiva di ormoni tiroidei provocando l'ipertiroidismo oppure
dare ipotiroidismo per la distruzione del tessuto tiroideo normale.

I carcinomi che derivano dalle cellule follicolari sono classificati come
follicolari, misti, compatti, anaplastici e papillari e quelli che originano
dalle cellule parafollicolari C sono denominati carcinomi parafollicolari.

Anche il tessuto tiroideo ectopico può trasformarsi in un tessuto tumorale
rilevabile nella zona tra la base della laringe e la base del cuore.

L'età media dei cani, al momento della diagnosi del tumore tiroideo, è di
circa dieci anni. Non c'è predisposizione di sesso mentre alcune razze
sembrano più a rischio (boxer, beagle, golden retriever).


Dall'anamnesi e dall'esame clinico si rileva :


Tumore non funzionale

- presenza di una massa nella parte inferiore del collo
- dispnea
- tosse
- letargia
- disfagia
- rigurgito
- vomito
- anoressia
- perdita di peso
- sindrome di Horner
- edema facciale
- alterazione della voce


Tumore funzionale

- massa nella parte inferiore del collo
- poliuria, polidipsia
- polifagia
- perdita di peso
- tremori
- debolezza e affaticabilità
- respirazione affannosa
- disidratazione
- pelo secco e trascurato
- alterazioni del comportamento (iperattività, ipereccitabilità, aggressività)
- tachicardia







martedì 22 novembre 2016

Ipoadrenocorticismo e cuore nel cane e nel gatto - quinta parte

La terapia di mantenimento dell'ipoadrenocorticismo viene iniziata quando
il paziente è stato stabilizzato dopo una crisi addisoniana (ipoadrenocorticismo
acuto).
La terapia di mantenimento include di solito la somministrazione di
mineralcorticoidi e di glucocorticoidi.

Integrazione con mineralcorticoidi :

1) Desossicorticosterone pivalato (DOCP) : è il mineralcorticoide di scelta
    in quanto è molto efficace nel normalizzare le concentrazioni degli elettroliti.
    Viene dispensato al dosaggio iniziale di 2.2 mg/kg ogni 25 giorni per via
    intramuscolare o sottocutanea. Le eventuali modifiche della posologia
    sono effettuate in base alle concentrazioni degli elettroliti dopo 12 giorni,
    25 giorni e dopo le prime 2-3 iniezioni del farmaco.

    Se al dodicesimo giorno è ancora presente iponatremia e iperkaliemia,
    la dose di DOCP è incrementata del 10%.
    Se invece gli elettroliti sono normali dopo 12 giorni ma alterati dopo 25
    giorni, l'intervallo tra le somministrazioni è diminuito di 48 ore.
    Se invece gli elettroliti sono normali dopo 25 giorni, si può aumentare
    l'intervallo tra le somministrazioni fino a 30 giorni o si può ridurre
    la dose successiva del 10% ogni mese controllando tutte le volte gli
    elettroliti.
 
    La maggior parte dei cani in terapia con DOCP richiede anche basse dosi
    di glucocorticoidi.


2) Fludrocortisone acetato : viene somministrato per via orale alla posologia
    iniziale di 0.02 mg/kg al giorno in uno o due somministrazioni.
    Gli aggiustamenti successivi del dosaggio sono eseguiti in base alle
    concentrazioni degli elettroliti.
    In genere la posologia del farmaco deve essere incrementata nei primi
    6-18 mesi di terapia.

    Alcuni animali possono mostrare poliuria e polidipsia per l'attività
    glucocorticoide del fludrocortisone. In questo caso si sospendono
    eventuali glucocorticoidi somministrati assieme al fludrocortisone ma
    se la sintomatologia persiste si può sostituire il farmaco con il DOCP.

   Qualche volta il fludrocortisone non riesce ad eliminare una lieve iponatremia
   e/o iperkaliemia che tendono anche a persistere nel tempo.
   In questo caso si può somministrare idrocortisone succinato o del sale per
   via orale per diminuire le alterazioni elettrolitiche o sostituire il fludrocortisone
   con il DOCP.

   I glucocorticoidi devono essere in genere dispensati giornalmente se
   l'animale è in terapia con DOCP mentre durante il trattamento con
   fludrocortisone circa il 50% dei soggetti non ne richiede la somministrazione
   e negli animali rimanenti possono anche essere sospesi dopo un certo
   periodo.










martedì 15 novembre 2016

Iperadrenocorticismo e cuore nel cane - nona parte

Oltre al mitotano e al trilostano, sono stati usati altri farmaci nella terapia
dell'iperadrenocorticismo in particolare il ketoconazolo e la selegilina.


Ketoconazolo

Il ketoconazolo viene utilizzato soprattutto come farmaco antifungino avendo
un'azione micostatica ai dosaggi terapeutici e fungicida a dosaggi elevati.
E' stato anche impiegato nella terapia dell'iperadrenocorticismo perché
interagisce con l'enzima citocromo 450 e determina un'inibizione reversibile
della steroidogenesi, bloccando specialmente la produzione dei glucocorticoidi.

Il ketoconazolo è stato usato nell'iperadrenocorticismo per :

1) stabilizzare i cani prima della surrenalectomia (asportazione della ghiandola
    surrenale)
2) terapia nei cani che non tollerano il mitotano
3) confermare, come terapia di prova, la diagnosi nei cani che presentano
    risultati non chiari ai test endocrini
4) terapia palliativa nei tumori surrenalici maligni

Il ketoconazolo viene somministrato al dosaggio iniziale di 5 mg/kg due volte
al giorno per sette giorni. Se il farmaco è tollerato, la posologia è aumentata
a 10 mg/kg due volte al giorno per 14 giorni.

Al termine di questo periodo vengono misurate le concentrazioni del cortisolo
basale e del cortisolo dopo il test di stimolazione con ACTH sintetico.
Se le concentrazioni del cortisolo sono superiori agli intervalli di riferimento,
la dose viene ulteriormente aumentata a 15 mg/kg due volte al giorno e
dopo 14 giorni viene effettuato un nuovo test di stimolazione con ACTH.
In seguito sono eseguiti esami di controllo ogni 3-6 mesi.

Purtroppo diversi cani non rispondono alla terapia (dal 20% al 50% a secondo
dello studio preso in considerazione).

Gli effetti collaterali del ketoconazolo sono dovuti sia all'azione diretta del
farmaco, sia alla possibile manifestazione dell'ipoadrenocorticismo.
E' segnalata la comparsa, anche se raramente, di epatite che qualche volta
può essere fatale.

Oggi il ketoconazolo è poco usato per la terapia dell'iperadrenocorticismo
in quanto è costoso, richiede due somministrazioni al giorno, presenta spesso
effetti collaterali e soprattutto non è efficace in una percentuale significativa
di cani.


Selegilina

La selegilina è stata utilizzatata per curare l'iperadrenocorticismo canino
pur essendo impiegata nel cane principalmente per trattare problemi
comportamentali e nell'uomo nella terapia del morbo di Parkinson.

Questo farmaco blocca l'azione del MAO-B (monoaminossidasi di tipo B)
e permette l'aumento della concentrazione della dopamina nell'ipofisi
(pars intermedia) e nell'ipotalamo inibendo in questo modo il rilascio
dell' CRH (ormone rilasciante la corticotropina) e dell' ACTH (ormone
adrenocorticotropo).

Nella pars intermedia si formano circa il 30% delle neoplasie ipofisarie
e pertanto l'attività della selegilina potrebbe verificarsi nel 30-35% dei
cani con iperadrenocorticismo ipofisi-dipendente.
Fino ad oggi, però, l'efficacia del farmaco si è dimostrata scarsa se non
del tutto assente.









giovedì 10 novembre 2016

Malattie cardiache ereditarie e difetti genetici nel cane e nel gatto - prima parte

Sono diverse le malattie cardiache che vengono trasmesse per via ereditaria
nel cane e nel gatto.

Riporto l'elenco di queste patologie fino ad oggi identificate, delle 
razze interessate e della modalità di trasmissione. 


Malattie cardiache acquisite

Cardiomiopatia aritmogena  cane :  boxer, autosomica dominante a
                                                             penetranza variabile
Cardiomiopatia dilatativa cane :      dobermann, autosomica dominante
                                                             alano,  X linked recessiva
                                                             terranova, autosomica dominante a
                                                             penetranza incompleta
                                                             cane d'acqua portoghese, autosomica
                                                             recessiva
Cardiomiopatia ipertrofica gatto :    maine coon, autosomica dominante
                                                             ragdoll, autosomica dominante
Malattia valvolare degenerativa 
                     cane :                              cavalier king charles spaniel,
                                                             poligenica
                                                             bassotto, poligenica


Malattie cardiache congenite

Dotto arterioso pervio :                     barbone, poligenica
Stenosi polmonare :                          beagle, poligenica
Stenosi subaortica :                          terranova, poligenica
Difetto del setto interventricolare : beagle, autosomica recessiva
                                                             spaniel inglese, autosomica dominante
Displasia della tricuspide :               labrador, autosomica dominante
Tetralogia di Fallot (difetti 
conotruncali) :                                    keeshound, poligenica


Malattie cardiache non strutturali

Tachicardia familiare ereditaria :     pastore tedesco, autosomica dominante
                                                            a penetranza incompleta








giovedì 3 novembre 2016

Ipoadrenocorticismo e cuore nel cane e nel gatto - quarta parte

La "crisi addisoniana" (fase acuta dell'ipoadrenocorticismo) è pericolosa 
per la vita dell'animale e richiede una terapia immediata.

Con la terapia si cercano di correggere :

l'ipovolemia (diminuzione del volume del sangue) e l'ipotensione (diminuzione
della pressione)
gli squilibri elettrolitici (alterazioni delle concentrazioni nel sangue soprattutto
del potassio, sodio e cloro).
l'acidosi metabolica
l'ipoglicemia (se presente)
l'anemia (se presente)

1) Fluidoterapia

    La somministrazione di liquidi è preminente rispetto ad altri interventi 
    terapeutici.
 
    Un catetere endovenoso è posizionato nella vena cefalica o nella giugulare.
    Viene quindi prelevato un campione di sangue per valutare la concentrazione
    degli elettroliti e del cortisolo basale e un campione di urine. Subito dopo viene
    somministrata una dose di 5 mcg/kg di ACTH (ormone adrenocorticotropo)
    sintetico (test di stimolazione con ACTH).

   Si inizia la fluidoterapia somministrando soluzione fisiologica a 60-80 ml/kg/ora
   (nei cani con shock a 90 ml/kg in boli da 20-30 ml/kg in venti minuti) fino alla
   stabilizzazione del paziente.
   La soluzione fisiologica è poi continuata, in base alle condizioni dell'animale a
   40-80 ml/kg/ora per le prime 1-2 ore per raggiungere un totale di 90-120 ml/kg
   al giorno in base alle perdite di liquidi (es. vomito, diarrea) e al fabbisogno di
   mantenimento.

   La soluzione fisiologica migliora l'iponatremia (sodio basso nel sangue)
   e l'ipocloremia (cloro basso nel sangue) e riduce l'iperkaliemia (potassio
   elevato nel sangue).
   La soluzione fisiologica può determinare un danno cerebrale per un
   eccessivo  incremento del sodio specialmente nei cani con una
   concentrazione bassa di questo elettrolita.

   L'iperkaliemia viene corretta in seguito alla diluizione del potassio con la
   fluidoterapia (può essere l'unico trattamento richiesto).
   Con iperkaliemia grave si può anche somministrare bicabonato di sodio o
   insulina più glucosio, facilitando lo spostamento del potassio dal sangue
   all'interno delle cellule.
   Le aritmie cardiache da iperkaliemia possono essere trattate con calcio gluconato
   al 10% al dosaggio di 0.5-1.5 ml/kg in 10-15 minuti.


2) Somministrazione di glucocorticoidi e mineralcorticoidi

  I glucocorticoidi ad azione rapida si possono  somministrare dopo aver
  prelevato un campione di sangue per eseguire il test di stimolazione con
  ACTH in quanto interferiscono con il risultato dell'esame.

  I glucocorticoidi più utilizzati sono :

  desametasone sodio fosfato : non interferisce con la determinazione del
  cortisolo plasmatico post ACTH per cui può essere somministrato prima
  dell'esecuzione del test.
  E' utilizzato al dosaggio di iniziale di 0.25-4 mg/kg per via endovenosa.
  La posologia viene quindi ridotta a 0.05-0.1 mg/kg ogni 2-12 ore fino
  a quando non si inizia la terapia per via orale.
  metiprednisolone sodio succinato : al dosaggio di 1-4 mg/kg per via
  endovenosa ripetuto ogni 2-6 ore
  prednisolone sodio succinato : alla posologia di 4-30 mg/kg per via
  endovenosa e poi ripetuto ogni 2-4 ore a 2-4 mg/kg
  idrocortisone emisuccinato o fosfato : a 2-5 mg/kg per via endovenosa
  e poi ogni 6 ore a 1 mg/kg. Ha anche un'attività mineralcorticoide per cui
  non è necessaria in genere un'ulteriore integrazione con mineralcorticoidi
  nelle prime 24 ore.