martedì 15 novembre 2016

Iperadrenocorticismo e cuore nel cane - nona parte

Oltre al mitotano e al trilostano, sono stati usati altri farmaci nella terapia
dell'iperadrenocorticismo in particolare il ketoconazolo e la selegilina.


Ketoconazolo

Il ketoconazolo viene utilizzato soprattutto come farmaco antifungino avendo
un'azione micostatica ai dosaggi terapeutici e fungicida a dosaggi elevati.
E' stato anche impiegato nella terapia dell'iperadrenocorticismo perché
interagisce con l'enzima citocromo 450 e determina un'inibizione reversibile
della steroidogenesi, bloccando specialmente la produzione dei glucocorticoidi.

Il ketoconazolo è stato usato nell'iperadrenocorticismo per :

1) stabilizzare i cani prima della surrenalectomia (asportazione della ghiandola
    surrenale)
2) terapia nei cani che non tollerano il mitotano
3) confermare, come terapia di prova, la diagnosi nei cani che presentano
    risultati non chiari ai test endocrini
4) terapia palliativa nei tumori surrenalici maligni

Il ketoconazolo viene somministrato al dosaggio iniziale di 5 mg/kg due volte
al giorno per sette giorni. Se il farmaco è tollerato, la posologia è aumentata
a 10 mg/kg due volte al giorno per 14 giorni.

Al termine di questo periodo vengono misurate le concentrazioni del cortisolo
basale e del cortisolo dopo il test di stimolazione con ACTH sintetico.
Se le concentrazioni del cortisolo sono superiori agli intervalli di riferimento,
la dose viene ulteriormente aumentata a 15 mg/kg due volte al giorno e
dopo 14 giorni viene effettuato un nuovo test di stimolazione con ACTH.
In seguito sono eseguiti esami di controllo ogni 3-6 mesi.

Purtroppo diversi cani non rispondono alla terapia (dal 20% al 50% a secondo
dello studio preso in considerazione).

Gli effetti collaterali del ketoconazolo sono dovuti sia all'azione diretta del
farmaco, sia alla possibile manifestazione dell'ipoadrenocorticismo.
E' segnalata la comparsa, anche se raramente, di epatite che qualche volta
può essere fatale.

Oggi il ketoconazolo è poco usato per la terapia dell'iperadrenocorticismo
in quanto è costoso, richiede due somministrazioni al giorno, presenta spesso
effetti collaterali e soprattutto non è efficace in una percentuale significativa
di cani.


Selegilina

La selegilina è stata utilizzatata per curare l'iperadrenocorticismo canino
pur essendo impiegata nel cane principalmente per trattare problemi
comportamentali e nell'uomo nella terapia del morbo di Parkinson.

Questo farmaco blocca l'azione del MAO-B (monoaminossidasi di tipo B)
e permette l'aumento della concentrazione della dopamina nell'ipofisi
(pars intermedia) e nell'ipotalamo inibendo in questo modo il rilascio
dell' CRH (ormone rilasciante la corticotropina) e dell' ACTH (ormone
adrenocorticotropo).

Nella pars intermedia si formano circa il 30% delle neoplasie ipofisarie
e pertanto l'attività della selegilina potrebbe verificarsi nel 30-35% dei
cani con iperadrenocorticismo ipofisi-dipendente.
Fino ad oggi, però, l'efficacia del farmaco si è dimostrata scarsa se non
del tutto assente.