domenica 26 febbraio 2017

Iperadrenocorticismo e cuore nel cane - dodicesima parte

Il trattamento chirurgico dell'iperadrenocorticismo ipofisi-dipendente, il più
frequente, prevede la rimozione della ghiandola pituitaria (ipofisectomia 
transsfenoidale).

La ipofisectomia transsfenoidale è il trattamento di scelta nell'uomo dove viene
per lo più eseguita per via endoscopica.
Anche nel cane da qualche anno si è iniziato ad effettuare questo tipo di
intervento e sono già stati operati più di trecento soggetti anche se ancora
pochi centri veterinari eseguono questo tipo di operazione.

Anche in Italia diversi soggetti, affetti da iperadrenocorticismo, sono stati
sottoposti ad un intervento di ipofisectomia transsfenoidale.

Nel cane in genere vengono operati i macroadenomi ipofisari, ACTH
secernenti, che determinano una compressione sulle strutture nervose
adiacenti con comparsa di una sintomatologia neurologica.
In questo caso la cui sola alternativa terapeutica alla chirurgia è la radioterapia.
I microadenomi sono di solito trattati con la terapia medica (es. con trilostano).

In presenza di tumori voluminosi raramente la chirurgia riesce ad asportare
l'intero tumore e la parte non rimossa mantiene può mantenere uno stato di
l'iperadrenocorticismo rendendo necessaria la terapia medica nel periodo
postoperatorio.

Prima dell'intervento si esegue una TC (tomografia computerizzata) o
in alternativa una RM (risonanza  magnetica) per valutare l'estensione del
tumore ed esaminare le ossa del cranio ed in particolare lo spessore dell'osso
sfenoide che deve essere perforato. Si è visto che un'elevato spessore di
questo osso determina una maggiore difficoltà nell'asportazione del tumore
con una percentuale più alta di recidive.

La via di accesso all'ipofisi è transorale (attraverso il palato molle) e poi
transsfenoidale (attraverso l'osso sfenoide).
Una volta raggiunta l'ipofisi si asporta la ghiandola in toto per essere sicuri
di avere eliminato anche tutto il tumore.
Nel cane non è ancora fattibile una rimozione chirurgica selettiva come
accade in medicina umana.

Nel postoperatorio l'animale deve essere attentamente monitorato perché
possono insorgere diverse complicazioni :

- tumefazione dei muscoli della masticazione ed edema sublinguale
  probabilmente perché durante l'intervento l'animale deve rimanere
  con la bocca aperta
- cheratocongiuntivite secca per la diminuita o assente produzione di lacrime
  forse dovuta a compressione dei nervi petrosi ed esoftalmo (eccessiva
  sporgenza dell'occhio)
- ipertensione forse per il dolore postopratorio o per l'aumento della pressione
  intracranica
- iperglicemia per la somministrazione di fluidi contenenti glucosio in pazienti
  che  hanno sviluppato insulino-resistenza
- aumento della pressione intracranica fino all'edema cerebrale o emorragie,
  ematomi e necrosi cerebrali
- ipertermia per danni ai centri termoregolatori ipotalamici
- ipotiroidismo perché l'ipofisi produce l'ormone tireotropo (TSH)
- diabete insipido specialmente in presenza di tumori voluminosi con
  sviluppo di ipernatremia (aumento della concentrazione del sodio nel
  sangue) che di solito regredisce dopo qualche settimana perché l'ipofisi
  è un serbatoio di vasopressina
- fenomeni trombotici che possono essere ridotti con la somministrazione
  preventiva di eparina.









domenica 19 febbraio 2017

La sincope nel cane e nel gatto - seconda parte

La sincope viene classificata come :

1) sincope riflessa o neuromediata
2) sincope da ipotensione ortostatica
3) sincope cardiaca


Sincope riflessa o neuromediata

La sincope riflessa viene ulteriormente divisa in :

a) sincope vasovagale provocata da dolore, paura, stress emotivo,
    vista del sangue (uomo) da patologie cardiache come la stenosi
    aortica e polmonare e la cardiomiopatia ipertrofica
b) sincope situazionale da tosse, starnuto, stimolazione dell'apparato
    gastrointestinale (deglutizione, defecazione, dolore viscerale), sincope
    post esercizio, postprandiale, post minzione. Nell'uomo la sincope
    situazionale può anche comparire dopo una risata intensa, in seguito
    a sollevamento di pesi o con l'uso di strumenti a fiato
c) sincope senocarotidea per compressione meccanica o per massaggio
    del seno carotideo
d) forme atipiche di sincope senza apparenti fattori scatenanti e/o con
     presentazione non tipica


Sincope da ipotensione ortostatica

La sincope da ipotensione ortostatica viene suddivisa in :

a) sincope da insufficienza autonomica (malattia del sistema nervoso
    autonomo) primitivasecondaria a diabete, amiloidosi, uremia, lesioni
    del midollo spinale, insufficienza cardiaca congestizia
c)  sincope da ipotensione ortostatica da farmaci (es. diuretici, vasodilatatori,
     antidepressivi)
d)  sincope da ipovolemia (diminuzione del volume del sangue circolante) da
     emorragie, vomito, diarrea, ipoadrenocorticismo (morbo di Addison)

ortostatismo = quando una persona è in posizione eretta o un animale in
stazione quadrupedale


Sincope cardiaca

La sincope cardiaca è causata da :

a) aritmie cardiache (come causa principale) per bradicardia, disfunzione
    sinusale (es. sindrome del seno malato), disturbi della conduzione
    atrioventricolare dell'impulso elettrico, tachicardie (sopraventricolari
    e ventricolari), malfunzionamento di dispositivi impiantabili (es. pacemaker)

b) malattie strutturali del cuore come cardiopatie valvolari (es. stenosi
    valvolare), infarto miocardico acuto, tumori o masse cardiache, malattie del
    pericardio/tamponamento cardiaco, disfunzione di protesi valvolari (uomo) e
    da altre cause come embolia polmonare, ipertensione polmonare, dissezione
    aortica acuta








domenica 12 febbraio 2017

Tachicardie ventricolari nel cane e nel gatto - prima parte

Vengono definite tachicardie ventricolari le aritmie ventricolari che originano
da strutture cardiache al di sotto del nodo atrioventricolare come il fascio di His
e le sue suddivisioni (branca destra e branca sinistra), le fibre del Purkinje, il
miocardio ventricolare, l'aorta e l'arteria polmonare e che sono caratterizzate
da una frequenza di scarica maggiore di 66 bpm (battiti per minuto) nel cane
e superiore a 140 bpm nel gatto.

In particolare quelle con frequenza tra 66 e 180 bpm nel cane e tra 140
e 180 bpm nel gatto vengono definite tachicardie ventricolari lente o 
ritmo idioventricolare accelerato.

Le tachicardie ventricolari possono essere classificate :
1) in base al tipo di presentazione
2) in base alle conseguenze emodinamiche
3) in base alle caratteristiche all'elettrocardiogramma


Tipo di presentazione

- sostenute quando durano più di 30 secondi
- non sostenute quando durano meno di 30 secondi
- permanenti o incessanti quando durano più di 12 ore al giorno
- parossistiche quando hanno un inizio e una fine brusca
- non parossistiche quando mostrano un inizio e una fine graduali
- itarative quando si alternano a battiti o a ritmo sinusale (dove l'impulso
  elettrico cardiaco è generato nel nodo del seno)


Conseguenze emodinamiche

- tachicardia ventricolare senza polso con gittata sistolica scarsa o nulla in
  quanto la frequenza dell'aritmia non permette un efficace riempimento del
  cuore.
- tachicardia ventricolare con polso e gittata cardiaca anche anche adeguata

La gittata sistolica è il volume di sangue espulso dal cuore ad ogni battito.


Caratteristiche elettrocardiografiche

- tachicardia ventricolare monomorfa dove i complessi QRS sono uguali
- tachicardia ventricolare polimorfa dove i complessi QRS variano di forma
  da battito a battito

Inoltre nell'elettrocardiogramma possiamo distinguere :

- complessi QRS ampi e bizzarri (durata > 70 msec. nel cane e > 40 msec.
   nel gatto
- onda P non associata con il complesso QRS (dissociazione atrioventricolare)
- onda T discordante con il complesso QRS
- frequenza di scarica ventricolare > 66 bpm nel cane e > 140 bpm nel gatto






domenica 5 febbraio 2017

Ritmi sinusali nel cane e nel gatto - prima parte

I ritmi sinusali originano e sono determinati dal nodo del seno che è il
segnapassi (pacemaker) cardiaco.
La frequenza di questi ritmi varia da 60 a 160 bpm nel cane , da 140
a 220 bpm nei cuccioli e tra 160 e 240 bpm nei gatti.
Nei ritmi sinusali sono compresi l'aritmia sinusale ed il ritmo sinusale
normale.


Ritmo sinusale normale

Il ritmo sinusale è poco frequente nel cane mentre è quello più comune nel
gatto.
La frequenza di questo ritmo è tra i 60 e i 220 bpm nel cane (i valori più alti
si ritrovano nei cuccioli) e tra 160 e 240 bpm nei gatti.

Le caratteristiche elettrocardiografiche di questo ritmo sono :

- onda P di forma costante
- ogni onda P è seguita da un complesso ORS
- il complesso QRS ha di solito una durata normale (< 70 msec. nel cane
  e < 40 msec. nel gatto).
  Qualche volta possono essere presenti difetti della conduzione
  intraventricolare con complessi ORS ampi e bizzarri
- l'intervallo PQ è costante e di durata normale (0.06-0.13 sec. nel cane
  e 0.05-0.09 sec. nel gatto) a meno che non sia presente un blocco
  atrioventricolare di primo o secondo grado
- gli intervalli R-R sono regolari con una variabilità tra due intervalli successivi
  minore del 10%


Aritmia sinusale

L'aritmia sinusale è di frequente riscontro nel cane per la prevalenza
del sistema parasimpatico e specialmente nelle razze brachicefaliche
(es. Bulldog, Carlino).
Solitamente l'aritmia sinusale è assente nei soggetti fino a 6-8 mesi
perché lo sviluppo del sistema nervoso autonomo non è completo.

Ci sono tre tipi di aritmia sinusale :

1) aritmia sinusale respiratoria
2) aritmia sinusale non respiratoria
3) aritmia sinusale ventricolo-fasica


1) Aritmia sinusale respiratoria

    L'aritmia respiratoria è una variazione della frequenza sinusale coincidente
    con le fasi della respirazione che dipende dalle variazioni dell'attività del
    nervo vago e si presenta con un aumento della frequenza cardiaca durante
    l'inspirazione e una diminuzione durante l'espirazione.
    Con frequenze cardiache elevate (es. durante l'esercizio) tende a scomparire.
 
   Nel cane a riposo è un ritmo normale ed è indice di un apparato
   cardiovascolare in buone condizioni.
   Nel gatto l'aritmia respiratoria richiede attenzione in quanto può essere
   presente in alcune patologie (cardiomiopatie, malattie metaboliche, patologie
   respiratorie croniche).

   L'aritmia respiratoria può essere accentuata da manovre vagotoniche
   (pressione sul seno carotideo o sui globi oculari) o abolita da farmaci
   (es. atropina).

  Caratteristiche elettrocardiografiche

  - onda P con frequenze tra 60 e 220 bpm nel cane  e tra 160 e 240 bpm
    nel gatto
  - intervallo PQ di durata costante e normale a meno che non sia presente
    un blocco atrioventricolare di primo o secondo grado durante le fasi di
    decelerazione
  - complesso QRS normale
  - intervalli P-P variabili con accelerazione durante l'inspirazione (variabilità
    maggiore del 10% tra due onde P consecutive)
  - può essere presente un wandering pacemaker (onda P che varia di forma)