mercoledì 23 dicembre 2015

Ketamina e apparato cardiovascolare nel cane e nel gatto - prima parte

La ketamina è un farmaco anestetico dissociativo che è ampiamente utilizzato
per indurre l'anestesia nel cane e specialmente nel gatto.
Viene chiamato farmaco dissociativo perché determina l'attivazione di alcune
aree cerebrali (sistema limbico) e la depressione di altre (sistema talamo
corticale).
I farmaci anestetici dissociativi furono introdotti in medicina umana negli anni
sessanta del secolo scorso e la prima segnalazione del'impiego della ketamina
nel gatto risale al 1970.

Le principali attività della ketamina sono :

Sistema nervoso
Aumento della pressione intracranica e di quella del liquido cefalorachidiano

Occhio
Mancata chiusura delle palpebre, dilatazione della pupilla (midriasi) e
incremento della pressione endoculare

Azione analgesica
Buona analgesia a livello somatico (cute, muscoli, articolazioni, ossa) ma scarsa
o assente a livello viscerale (organi toracici ed addominali)

Apparato respiratorio
Conservazione del riflesso faringeo e laringeo (deglutizione mantenuta),
aumento della secrezione delle ghiandole tracheobronchiali.
La frequenza respiratoria può crescere e il volume corrente (volume tidalico)
può diminuire.
Compare anche un respiro apneustico (pausa prolungata tra un respiro e l'altro).

Apparato cardiovascolare
Aumento della frequenza cardiaca
Incremento della gittata sistolica (volume di sangue espulso dal cuore ad ogni
battito)
Innalzamento della pressione arteriosa sistemica
Elevazione della pressione arteriosa polmonare
Aumento della pressione venosa centrale (pressione nella vena cava craniale
che equivale a quella nell'atrio destro)
Incremento del lavoro e del consumo di ossigeno da parte del cuore

Altre azioni della ketamina :
Accentuazione del tono muscolare (rigidità muscolare)
Intensificazione della secrezione delle ghiandole salivari (ipersalivazione
o scialorrea)







lunedì 7 dicembre 2015

Barbiturici e apparato cardiovascolare nel cane e nel gatto

I barbiturici sono farmaci con attività anestetica, anticonvulsiva ed ipnotica.
Il primo barbiturico (acido barbiturico) fu sintetizzato da Von Baeyer nel 1863
ma non ebbe impiego clinico.
Nel 1903 venne prodotto il barbitale il quale fu adoperato con il nome di Veronal
per trattare l'insonnia.
Nel 1912 divenne disponibile il fenobarbitale che è ancora utilizzato nel cane
e nel gatto come anticonvulsivo.
Oggi l'impiego dei barbiturici, sia nell'uomo sia in medicina veterinaria, è
diminuito a favore di farmaci più sicuri ma nel cane e nel gatto sono ancora
usati il tiopentale ed il fenobarbitale.

In base alla durata dell'azione i barbiturici vengono classificati in :

1) barbiturici ad azione breve (es.tiopentale)

2) barbiturici da azione intermedia (es. pentobarbitale)

3) barbiturici da azione prolungata (es. fenobarbitale)

I barbiturici esercitano la loro azione depressiva sul sistema nervoso centrale
potenziando l'azione del GABA (legame con il recettore GABAA) a livello del
sistema di attivazione reticolare del cervello determinando una inibizione
dell'attività dei neuroni accompagnata dalla diminuzione del metabolismo
e del flusso sanguigno cerebrale e della pressione intracranica.

Il grado di depressione è dato dalla via di somministrazione, dalla dose del
farmaco e dalla sua famacocinetica.
Per esempio il tiopentale, somministrato per via endovenosa, determina
la perdita della coscienza in genere entro trenta secondi mentre il fenobarbitale,
per via orale produce in genere solo sedazione.


Attività dei barbiturici sull'apparato respiratorio

I barbiturici determinano depressione respiratoria, dose dipendente, per
azione diretta sul centro del respiro cerebrale.
Con l'aumento progressivo del dosaggio si assiste ad una diminuzione della
frequenza e del volume respiratorio e della profondità del respiro.


Attività dei barbiturici sull'apparato cardiovascolare

L'attività di depressione sull'apparato cardiovascolare non è così marcata
marcata come quella sull'apparato respiratorio.

Si può riscontrare :

- diminuzione della pressione arteriosa media

- riduzione della gittata cardiaca

- calo delle resistenze vascolari periferiche

- decremento del ritorno del sangue venoso al cuore

- aumento della frequenza cardiaca

- sensibilizzazione del miocardio all'azione delle catecolamine
  (adrenalina, noradrenalina) che favorisce l'insorgenza di aritmie

- le aritmie sono anche facilitate dalla presenza di ipossia,
  di tachicardia, di azione cardiotossica diretta dei barbiturici