mercoledì 7 febbraio 2018

Le miocarditi nel cane e nel gatto - decima parte

Terapia delle miocarditi

Nell'uomo esistono diversi approcci alla terapia della miocardite come
l'utilizzo dell'interferone per le miocarditi virali, terapia immunosoppressiva
per le miocarditi autoimmuni e post-virali, impiego dell'immunoassorbimento
o delle immunoglobuline, trapianto cardiaco.

In medicina veterinaria esistono pochi studi al riguardo e pertanto si cerca
in genere di trattare la causa della malattia (terapia eziologica) o di effettuare
una terapia per ridurre la sintomatologia clinica.


Sono quindi utilizzati diversi tipi di farmaci :

1) antibiotici come per esempio le tetracicline per la bartonella e la borrelia
     o la clindamicina per il toxoplasma

2) farmaci antiinfiammatori
    a) corticosterioidi : possono essere utili nelle miocarditi autoimmunitarie
        e per ridurre l'infiammazione ma non nelle forme infettive
    b) FANS : per ridurre l'infiammazione miocardica ma possono determinare
        effetti collaterali indesiderati quali diminuzione della clearance virale,
        vasospasmo coronarico, ritardo nella riparazione miocardica

 3) farmaci per il trattamento dell'insufficienza cardiaca
     - ace-inibitori per ridurre l'attivazione neuroendocrina da parte
       dell'angiotensina II
     - diuretici per diminuire il sovraccarico sanguigno sul cuore
     - pimobendan con effetto inotropo positivo e vasodilatatore per
       migliorare la funzione sistolica (di pompa) del cuore e ridurre
       l'attività delle citochine infiammatorie
     - antagonisti dell'aldosterone (es. spironolattone) per diminuire
       l'attivazione neuroendocrina
     - digitalici il cui impiego è controverso in quanto, almeno nelle miocarditi
       linfoplasmacellulari, possono determinare un incremento delle citochine
       infiammatorie, una propensione allo sviluppo di aritmie ed una crescita
       del danno cardiaco

4) farmaci antiaritmici
    Le aritmie emodinamicamente significative devono essere trattate
    con farmaci antiaritmici.
    Nelle miocarditi il tipo ed il meccanismo delle aritmie può cambiare
    rapidamente e ciò contribuisce a rendere più difficile la loro terapia.

Nel cane e nel gatto, in presenza di blocco atrioventricolare, è anche
richiesto l'utilizzo di un pacemaker temporaneo o definitivo per ottenere
una stabilizzazione del paziente e ridurre anche il rischio di morte improvvisa.