martedì 2 agosto 2016

Ipertiroidismo felino e cuore - quinta parte

La terapia medica dell'ipertiroidismo prevede l'impiego di farmaci che bloccano
la sintesi degli ormoni tiroidei ma non impediscono il rilascio nel sangue degli stessi.

Le indicazioni per l'utilizzo di questi farmaci sono :

1) terapia temporanea per normalizzare i valori del T4 (tiroxina) prima della
    chirurgia (tiroidectomia) o dell'impiego dello iodio radioattivo
2) terapia cronica dell'ipertiroidismo

I farmaci comunemente impiegati sono il metimazolo ed il carbimazolo.
In passato veniva usato anche il propioniluracile che non è più utilizzato
per i troppi effetti collaterali.

Il metimazolo interferisce con la sintesi degli ormoni tiroidei bloccando
l'incorporazione dello iodio nella tireoglobulina e contrastando l'accoppiamento
 tra T3 e T4 ed i gruppi tirosilici.
Viene utilizzato, in un primo momento, alla dose di 5 mg/gatto al giorno in due
somministrazioni (alcuni clinici iniziano con 2.5 mg/gatto/die) per due settimane
per poi aumentare o diminuire il dosaggio di 2.5-5 mg al giorno fino a quando i
valori del T4 non rientrano nell'intervallo normale.
La maggior parte dei gatti richiede la posologia di 10 mg/gatto/die per
rimanere eutiroideo mentre una piccola parte necessita di dosi più basse
(2.5-5 mg/gatto/die) o maggiori (15-20 mg/gatto/die).

La terapia con metimazolo va controllata ogni due settimane per i primi tre
mesi di terapia effettuando, oltre alla determinazione del T4 sierico, un esame
emocromocitometrico completo ed uno della funzionalità renale.
In seguito i controlli possono essere ripetuti ogni 3-6 mesi.

Per ovviare alla difficoltà di dare quotidianamente il prodotto al gatto per via
orale, si può somministrare il metamizolo per via topica appicando il prodotto
all'interno del padiglione auricolare e quindi frizionando per favorire il suo
assorbimento.
Il dosaggio e la frequenza di somministrazione sono uguali a quelli del prodotto
dispensato per via orale.

Il metamizolo presenta effetti collaterali in circa il 10-15% dei soggetti sottoposti a
terapia e più costantemente nelle prime 4-8 settimane.
I sintomi più frequenti sono vomito, anoressia, letargia, escoriazioni al collo e muso
per grattamento.
Nella maggior parte dei casi sono transitori e si risolvono sospendendo il farmaco
per circa una settimana.
Se, con la ripresa della terapia, si manifestassero nuovamente effetti indesiderati,
è consigliabile prendere in considerazione una terapia alternativa (es. chirurgia).

In una percentuale più bassa di gatti possono esserci reazioni più gravi come
come trombocitopenia, agranulocitosi, panleucopenia, anemia immunomediata
o danni epatici con comparsa di anoressia, letargia, ittero e aumento dell'ALT
e ALP.
In questo caso bisogna sospendere il metimazolo e istituire un'adeguata terapia
di sostegno.

Il carbimazolo è un farmaco che, una volta introdotto nell'organismo, viene
trasformato in metimazolo.
Inizialmente viene somministrato a 2.5-5 mg/gatto ogni 12 ore, in seguito
il dosaggio è incrementato ogni due settimane fino a raggiungere l'effetto
desiderato.
Sembra essere più efficace e con effetti collaterali meno frequenti del metimazolo.