martedì 13 marzo 2018

La terapia della filariosi cardiopolmonare nel cane - seconda parte

Terapia adulticida alternativa

Ivermectina e doxiciclina (terapia soft-kill)

Questa terapia dovrebbe avere un minore rischio tromboembolico perché
l'uccisione delle filarie adulte avviene più gradualmente rispetto a quella
eseguita con la melarsomina.

Viene somministrata ivermectina a 6 mcg/kg per via orale ogni 15 giorni
e doxiciclina a 10 mg/kg per via orale una o due volte al giorno per un mese.
Ogni sei mesi è effettuato un test antigenico per verificare l'eliminazione
dei vermi. La terapia è considerata efficace quando due test consecutivi
risultano negativi. Se dopo un anno il test risulta positivo, viene ripetuta
la somministrazione della doxiciclina.

L'attività di questa associazione è maggiore rispetto a quella della sola
ivermectina in quanto la riduzione o l'eliminazione del batterio Wolbachia
porta ad una diminuzione della fertilità ed ad un indebolimento delle
filarie adulte.

La terapia ivermectina più doxiciclina viene consigliata quando la
somministrazione della melarsomina non è possibile o è controindicata.
Durante tutto il periodo di trattamento bisogna limitare l'esercizio
fisico dell'animale.


Ivermectina a lungo termine (terapia slow-kill)

Il protocollo di questa terapia prevede la somministrazione di ivermectina
a 6 mcg/kg per via orale 1 volta al mese per almeno 2 anni, 2 anni e mezzo.
Si è infatti visto che sono necessari più di due anni per eliminare il 95%
delle filarie.
L'American Heartworm Society non consiglia questo protocollo come
sostituto della terapia adulticida con melarsomina.

Limiti del protocollo :
- non è raccomandato nei soggetti che svolgono un'attività fisica di una certa
  consistenza
- non è consigliato in presenza di alterazioni delle arterie polmonari
- la comparsa del tromboembolismo è imprevedibile
- durante il trattamento la malattia continua a progredire
- i parassiti più vecchi diventano meno sensibili all'azione del farmaco
  ed impiegano più tempo per morire
- è possibile la comparsa di resistenza farmacologica all'ivermectina


Tromboembolismo polmonare

Il tromboembolismo polmonare è una conseguenza certa della terapia
adulticida e può essere di entità variabile, da lieve (senza sintomatologia)
a grave e pericoloso per la vita del cane.

Le lesioni e la severità del quadro clinico sembrano strettamente correlate
al numero dei parassiti morti (determinato dal protocollo terapeutico
utilizzato) e alla carica parassitaria (numero di parassiti presenti all'inizio
della terapia).
La morte della filaria attiva i fattori della coagulazione del sangue creando
dei focolai di tromboembolismo. Inoltre le alterazioni delle pareti dei vasi
determinano il passaggio di fluidi nel parenchima polmonare provocando
un'infiammazione di tipo granulomatoso.

L'insorgenza del tromboembolismo polmonare è possibile in ogni momento
ma è più frequente dopo circa 7-14 giorni dall'inizio della terapia anche se
può manifestarsi quattro settimane più tardi.