domenica 2 ottobre 2011

Endocardite infettiva del cane - quinta parte

La terapia dell'endocardite infettiva è rivolta prima di tutto contro i batteri,
essendo l'origine della stragrande maggioranza dei casi.

Sono quindi utilizzati gli antibiotici che vengono scelti in base al risultato
dell'emocoltura ( isolamento del germe e antibiogramma ).
Alle volte o perché non si riesce a isolare il germe o perché il risultato della
coltura non è disponibile, si esegue una terapia empirica utilizzando antibiotici
come l'amoxicillina più acido clavulanico o le cefalosporine per le infezioni da
gram positivi e penicciline o cefalosporine più aminoglicosidi o fluorochinolonici
in quelle da gram negativi.

La terapia, effettuata all'inizio per via endovenosa per raggiungere concentrazioni
più elevate di antibiotico nel sangue, deve essere continuata per almeno 6-8
.settimane.

La terapia per sostenere l'attività del cuore comprende farmaci come gli
ace inibitori, i diuretici, vasodilatatori, inotropi positivi ( aumentano la contrattilità
del cuore ), il cui impiego e i dosaggi possono variare da caso a caso.

Importante è il monitoraggio (controllo nel tempo ) del paziente con esami del
sangue, ecografie, radiografie per valutare la risposta alla terapia e le eventuali
complicanze ( come per esempio l'instaurarsi di insufficienza renale ),  il cui
utilizzo può variare da paziente a paziente.

La prognosi è riservata.
E' migliore per quei casi trattati prontamente e in modo aggressivo, senza
coinvolgimento della valvola aortica, con infezioni da gram positivi mentre
è peggiore con infezioni da gram negativi, con infezioni metastatiche da
emboli settici, con terapia inadeguata, iniziata troppo tardi o fatta in modo
inadeguato.

Come prevenzione dell'endocardite infettiva è consigliata una adeguata
terapia antibiotica per procedure diagnostiche o chirurgiche nei cani
portatori di malattie congenite cardiache.