mercoledì 13 maggio 2015

Complicanze nella malattia valvolare cronica della mitrale - prima parte

La malattia valvolare cronica della mitrale è la patologia cardiaca più 
frequente nel cane e colpisce soprattutto soggetti adulti e anziani di
piccola taglia.

Il decorso della malattia è variabile da soggetto a soggetto e può essere
influenzato dalla comparsa di determinate complicanze come la rottura
delle corde tendinee, l'ipertensione polmonare, l'insufficienza renale, le
aritmie e la rottura dell'atrio sinistro.


Rottura delle corde tendinee

Le corde tendinee sono delle strutture fibroelastiche che sono connesse per
una estremità ai muscoli papillari e per l'altra ai margini dei lembi valvolari
e hanno la funzione di regolare l'apposizione dei  due lembi in modo che
combacino perfettamente durante la chiusura della valvola (sistole ventricolare).

Nel corso della malattia valvolare le corde tendinee possono essere interessate
dal processo degenerativo e quindi essere predisposte alla rottura.

Le conseguenze della lacerazione sono più o meno gravi a seconda che
vengano coinvolte le corde tendinee maggiori o quelli minori.

La rottura di una corda maggiore determina un immediato e significativo
aumento del rigurgito mitralico con incremento della pressione dell'atrio
sinistro e delle vene polmonari e sviluppo di edema polmonare acuto.
Sembra che la gravità sia più rilevante quando la rottura è a carico delle corde
tendinee maggiori con inserzione sul lembo settale della mitrale.

Quando invece la rottura interessa le corde tendinee minori, i segni clinici sono
meno evidenti o assenti.

La rottura deve essere sempre sospettata in un cane che è in una fase stabile
della patologia e che presenta un peggioramento repentino.

Alla visita clinica l'animale presenta dispnea (respiro difficoltoso), tachipnea
(respiro frequente), ortopnea mentre il soffio da rigurgito mitralico può essere
diminuito per decremento della differenza di pressione (gradiente pressorio)
tra atrio e ventricolo.
Alle volte è possibile rilevare un ritmo cardiaco di galoppo per la comparsa del
tono S3.
L'ortopnea è la presenza di una difficoltà respiratoria che impedisce
all'animale di rimanere coricato e lo costringe ad assumere il decubito
sternale o la stazione quadrupedale.

La diagnosi di rottura delle corde tendinee è ottenuta con l'ecocardiografica
dove si visualizza un lembo mitralico fluttuante nell'atrio sinistro.
Inoltre è rilevabile un severo rigurgito mitralico.
Alla radiografia toracica sono presenti quadri di edema interstiziale ed alveolare
con dilatazione delle vene polmonari.

La terapia, in presenza di edema polmonare acuto, deve essere tempestiva ed
aggressiva.
Si somministrano furosemide in bolo o per infusione endovenosa continua,
pimobendan iniettabile o per via orale, vasodilatatori come idralazina od
amlodipina, eventualmente ossigeno.
Nelle forme più  gravi può anche essere utilizzato il nitroprussiato (un potente
vasodilatatore) che richiede un monitoraggio continuo della pressione per
evitare crisi ipotensive ed è stato consigliato anche l'uso della dobutamina
per infusione endovenosa continua.

Potete anche leggere sulla terapia dello scompenso acuto
http://www.infocardiovet.com/2014/05/lo-scompenso-cardiaco-nel-cane-e-nel.html