sabato 25 agosto 2012

La cardiomiopatia restrittiva idiopatica del gatto - terza parte

La terapia della cardiomiopatia restrittiva idiopatica (RCM) del gatto nella
fase acuta è simile a quella delle altre miocardiopatie del gatto.
Viene somministrata furosemide (un diuretico) per l'edema polmonare
ed effettuata la pleurocentesi (aspirazione del liquido presente nello
spazio pleurico) con versamento moderato o  grave.

Nella terapia cronica vengono utilizzati furosemide e un ace-inibitore.
A questi farmaci può essere aggiunto il diltiazem (un calcio antagonista)
per migliorare il rilassamento cardiaco (effetto lusitropo positivo),
un beta- bloccante come atenololo in presenza di aritmie o con sospetto
di infarto miocardico, l'aspirina o il clopidogrel per le complicazioni
tromboemboliche.

Si possono inoltre somministrare pimobendan o digossina per migliorare
la contrattilità del cuore e lo spironolattone per le sue azioni diuretiche e
ormonali.

Nel caso di scompenso cardiaco refrattario (resistente) alla terapia
viene consigliato di aumentare i dosaggi di furosemide e di ace-inibitore,
più pimobendan o digossina.

La prognosi della cardiomiopatia restrittiva è riservata o infausta.
All'inizio ci può essere una risposta alla terapia, tanto che alcuni gatti
possono vivere più di un anno dalla diagnosi, ma a lungo termine la
prognosi è infausta per l'alta incidenza di aritmie, di fenomeni trombo-
embolici e di insufficienza cardiaca congestizia refrattaria.