mercoledì 5 febbraio 2014

I diuretici tiazidi nel cane e nel gatto - seconda parte

I dosaggi dei diuretici tiazidi più usati nel cane e nel gatto sono per la
clorotiazide 20-40 mg/Kg 1-2 volte al giorno e per idroclorotiazide (il più
utilizzato) 2-4 mg/Kg 1-2 volte al giorno nel cane, 1-2 mg/Kg ogni 12 ore
nel gatto.
Quando sono impiegati assieme ai diuretici dell'ansa (es. furosemide) il
loro dosaggio è in genere ridotto del 50%  con frequenza di somministrazione
anche ogni 2-3 giorni in quanto si instaura un effetto sinergico tra i farmaci.

Il sinergismo farmacologico (sinergismo di potenziamento) avviene quando
gli effetti di due farmaci, somministrati contemporaneamente, sono superiori 
alla somma degli effetti singoli.
Tale fenomeno può comportare una riduzione della dose dei due farmaci
e anche una diminuzione degli effetti collaterali.

Nelle linee guida per la diagnosi e il trattamento della malattia valvolare
cronica del cane, proposte nel 2009 dall'ACVIM (American College of
Veterinary Internal Medicine), non è stato raggiunto un consenso unanime
tra i cardiologi veterinari sull'uso dei tiazidi.
Solo alcuni consigliano l'utilizzo dell'idroclorotiazide assieme alla furosemide
nello stadio D (malattia avanzata) dello scompenso cardiaco per trattare
l'insufficienza cardiaca refrattaria alla terapia.

I diuretici tiazidi tendono ad essere inefficaci in presenza di insufficienza
renale mentre nei soggetti con disfunzione epetica possono favorire lo
sviluppo di encefalopatia epatica.

L'encefalopatia epatica è una malattia caratterizzata dalla comparsa di
sintomi neurologici per la presenza di sostanze tossiche (es.ammoniaca)
che non sono più eliminate dal fegato.

I tiazidi non devono essere usati o devono essere utilizzati con cautela negli  
animali diabetici perché aumentano la glicemia (azione iperglicemizzante).
Inoltre possono provocare delle alterazioni degli elettroliti, specialmente
valori bassi nel sangue di potassio (ipokaliemia) ma anche di magnesio
(ipomagnesemia) e concentrazioni elevate di calcio (ipercalcemia).
Infine in campo cardiovascolare possono aumentare la tossicità della
digossina e l'azione dei farmaci anticoagulanti.