domenica 9 marzo 2014

Lo scompenso cardiaco nel cane e nel gatto - seconda parte

Nel 2005, per ovviare ai limiti della classificazione NYHA  e ISACHC, è stata
introdotta una nuova classificazione ad opera dell' American College of
Cardiology/American Heart Association (ACC/AHA) per la medicina umana
e del Canine Heart Failure Interventional Expert (CHIEF) per la medicina
veterinaria.

In seguito la classificazione CHIEF è stata adattata allo scompenso cardiaco
nella malattia valvolare cronica del cane dall' American College of Veterinary
Internal Medicine (ACVIM) nel 2009.


I miglioramenti della classificazione CHIEF sono :

1) per la prima volta vengono classificati i pazienti che possono sviluppare
    una malattia cardiaca o lo scompenso
2) i pazienti sintomatici possono variare la loro classificazione in base al
    miglioramento o peggioramento della sintomatologia


La classificazione CHIEF è così strutturata :

CLASSE A - paziente a rischio di malattia ma senza alterazioni cardiache
                     e senza sintomi come nei soggetti con predisposizione su
                     base genetica o con presenza di patologie che possono avere
                     ripercussioni sull'apparato cardiocircolatorio (es. ipertensione,
                     obesità)

CLASSE B - paziente asintomatico ma con presenza di malattia cardiaca
                     con possibili alterazioni strutturali

CLASSE C - paziente in cui sono presenti o sono stati presenti sintomi di
                      insufficienza cardiaca
                      Questa classe è suddivisa in tre sottoclassi :

                      C1 - paziente con insufficienza cardiaca compensata e nessun
                              sintomo ma con sintomatologia pregressa
                      C2 - paziente con insufficienza cardiaca da lieve a moderata e
                              con sintomi
                      C3 - paziente con insufficienza cardiaca acuta o riacutizzata
                              
CLASSE D - paziente con insufficienza cardiaca refrattaria al trattamento
                      terapeutico standard per cui sono richiesti ulteriori interventi
                      per mantenere in vita il soggetto