mercoledì 16 gennaio 2013

I glicosidi digitalici (digossina) - terza parte

La digossina è un farmaco che ha un indice terapeutico ristretto cioè
c'è un margine minimo di sicurezza nel suo utilizzo.

Pertanto quando si somministra la digossina, il paziente va monitorato
attentamente per cogliere tempestivamente i segni di intossicazione.
Il gatto, rispetto al cane, è più sensibile ai suoi effetti tossici.

Per utilizzare correttamente il farmaco bisogna tenere presente :

1)  L'impiego della digossina non è indicato in patologie come il
     tamponamento cardiaco, la pericardite costrittiva, la cardiomiopatia
     ipertrofica, i disturbi della conduzione atrioventricolare, le aritmie
     ventricolari, perché il suo meccanismo d'azione tende a peggiorare
     la malattia.

2)  Ci sono farmaci che, utilizzati assieme alla digossina, aumentano
      la sua concentrazione  nel sangue predisponendo all'intossicazione
      come alcuni farmaci antiaritmici (chinidina, procainamide, amiodarone,
      diltiazem, verapamil), antibiotici (eritromicina, tetracicline e aminoglicosidi),
      tranquillanti (diazepam) e anticolinergici (atropina).

3)  Alterazioni degli elettroliti nel sangue possono favorire l'intossicazione
     digitalica come la diminuzione dei livelli nel sangue del potassio (ipokaliemia),
     del sodio (iponatremia), del magnesio (ipomagnesemia) o l'aumento della
     concentrazione del calcio (ipercalcemia).

Gli effetti collaterali della digossina riguardano principalmente l'apparato
gastroenterico, l'apparato cardiovascolare e il sistema nervoso.

- sintomi gastroenterici  come anoressia, salivazione, vomito, diarrea

- sintomi cardiovascolari in genere per la presenza di blocchi atrioventricolari
  o di tachicardie ventricolari ma possono essere presenti anche altre aritmie

- sintomi neurologici come debolezza, letargia, convulsioni