sabato 24 agosto 2013

Fibrillazione atriale nel cane e nel gatto - terza parte

Nel cane e nel gatto la terapia della fibrillazione atriale deve essere
impostata per raggiungere due obiettivi :

1) ripristinare il ritmo sinusale (il normale ritmo cardiaco)

2) se il ripristino non è possibile, controllare la frequenza cardiaca per
    mantenere una stabilità emodinamica

La sola persistenza della fibrillazione atriale determina modificazioni
elettrofisiologiche (rimodellamento elettrico) e/o anatomiche (rimodellamento
anatomico) che favoriscono la recidiva o il perpetuarsi dell'aritmia fino alla sua
irreversibilità.

Nel cane e nel gatto, dove la maggioranza dei casi di fibrillazione atriale
è secondaria a malattie cardiache, il ripristino duraturo del ritmo sinusale
è difficile da ottenere e quindi si opera principalmente sul controllo della
frequenza cardiaca con l'utilizzo di farmaci come la digossina, i beta-bloccanti,
i calcio antagonisti e l'amiodarone.

L'ideale è utilizzare una registrazione Holter per valutare le variazioni della
frequenza cardiaca durante la giornata, con animale a riposo e in attività, e
per controllare la risposta alla terapia.
Come integrazione all'esame Holter o quando questo non è eseguibile, è
possibile effettuare un ECG di controllo e insegnare al proprietario il rilevamento
della frequenza cardiaca e la sua registrazione in un apposito diario dove
vengono riportati anche altri parametri utili per valutare il decorso domiciliare
della malattia cardiaca (es. frequenza respiratoria, episodi di tosse, di debolezza,
di sincope).

Potete anche leggere la prima e la seconda parte cliccando sui links sottostanti

http://www.infocardiovet.com/2013/03/la-fibrillazione-atriale-nel-cane-e-nel.html
http://www.infocardiovet.com/2013/04/la-fibrillazione-atriale-nel-cane-e-nel.html